Un Saluto
Cari Associati, cari Lettori
nell’Assemblea annuale dell’Associazione Italiana HHT Onilde Carini del 15 ottobre scorso si è provveduto ad eleggere, a scadenza del Direttivo in carica, il nuovo Direttivo dell’Associazione.
I nuovi eletti hanno poi attribuito le cariche sociali previste dallo Statuto, nominando Giuseppe Regalia – il sottoscritto – quale presidente, avente la rappresentanza legale; Federica Badano, vice-presidente; Giovanna Spinelli, segretaria; Andrea Valli, tesoriere; Elisa Benedetti consigliere per innovazione e relazioni esterne. E’ stato poi nominato presidente onorario Andrea Giacomelli; e confermati come consulenti scientifici Elisabetta Buscarini e Cesare Danesino.
A nome di tutti i nuovi eletti in modo non formale, ma sinceramente grato, non posso non dirvi tutto l’apprezzamento e la stima per il lavoro svolto con passione, intelligenza e dedizione dal precedente direttivo. E’ stato un gran lavoro che desideriamo innanzitutto non perdere: per cui abbiamo desiderato associare al nostro gruppo Andrea Giacomelli, per svariati anni presidente dell’Associazione conosciuto e stimato in Italia e all’estero e che consideriamo ben più che un consulente, ma un vero amico.
E come non essere grati per l’apporto fondamentale, indispensabile, che ha costituito forse il tratto più fondante della nostra Associazione, dei nostri consulenti scientifici ?
Il nostro gruppo si presenta con un poco di timore, che nasce dal desiderio di corrispondere al meglio alle attese dei nostri associati. Il nostro desiderio è di contribuire, per quanto possibile, alla vita della vostra Associazione che persegue l’attività di conoscenza, supporto, accompagnamento alle persone che si trovano ad affrontare il tema della malattia rara HHT.
E’ un gruppo giovane, tranne il presidente – meno giovane, in pensione, ma per ora grazie a Dio in discreta salute – con storie famigliari e personali di vita in compagnia dell’HHT.
Mi pare interessante notare che i membri del direttivo vivono in luoghi diversi (Brianza, Trieste/Roma, Pisa, Bergamo, Crema…) : in qualche modo rappresentando plasticamente il carattere diffuso della malattia stessa; e come le moderne tecnologie ci permettono di coltivare amicizia e svolgere lavori anche se distanti, così anche l’Associazione è uno strumento che lega vite e storie diverse, ma che si percepiscono vicine e importanti: un luogo a cui tutti possono partecipare e chiedere consigli, conforto, amicizia: quel fenomeno strano che ritrovo in alcune chat fra di voi che fanno condividere preoccupazioni, suggerimenti, indicazioni talvolta anche azzardate, ma che fanno crescere anche una amicizia buona, di conforto.
Un’ ultima osservazione mi viene da alcune considerazioni sulla parola ‘Ereditaria’ riferita alla nostra sindrome. La parola indica un misterioso legame tra generazioni, che si trasmettono un segnale che indica una dipendenza radicale – non eludibile – della vita: con tutto il suo carico di condizioni più o meno gravose, talvolta drammatiche, che urgono a un rispetto del mistero e alla necessità di una compagnia. E la parola implica anche che comprendere il carattere, la tipologia, ed infine le possibili cure hanno a che fare con la struttura stessa della trasmissione della vita: non si possono affrontare singolarmente o con fai da te improvvisati. Un lavoro paziente in cui l’architettura genetica e le sue correlazioni hanno un ruolo decisivo per comprenderne i meccanismi.
Da qui nascono i due pilastri che orientano il lavoro della vostra Associazione: compagnia e supporto ai temi del vivere con questa sindrome; e ricerca scientifica della struttura e sulle cure di essa.
A questa storia desideriamo dare il nostro contributo, con passione, attenzione, ascolto ed umiltà
Il vostro presidente
Giuseppe Regalia
22ª Riunione Nazionale HHT: Go Hybrid…
La 22ª riunione nazionale HHT del 15 ottobre 2022 si è svolta per la prima volta in forma ibrida cioè sia con partecipanti nella sede consueta della riunione , sala Polenghi dell’Ospedale Maggiore di Crema, e con più di 100 partecipanti collegati da remoto. Questa forma è stata molto apprezzata da tutti i partecipanti e sicuramente rappresenta un passo avanti nella diffusione della corretta informazione sull’HHT che l’associazione HHT Onilde Carini persegue da più di vent’anni, con lo sforzo di organizzare ogni anno la riunione nazionale HHT. Come sempre si è voluto dare le nozioni generali sulla teleangiectasia emorragica ereditaria, in modo da far conoscere correttamente questa condizione genetica, sconosciuta come tutte le malattie rare alla maggior parte dei medici e spesso diagnosticata in grande ritardo proprio per questo motivo.
Il dottor Manfredi del Centro di riferimento HHT di Crema e la professoressa Olivieri dell’Istituto di genetica di Pavia hanno delineato le caratteristiche cliniche e gli elementi genetici che conducono alla diagnosi. Come ogni anno è stato scelto un focus di attenzione nell’ambito dell’HHT, dedicato quest’anno alle fistole artero-venose polmonari: i medici della Cardiologia e Radiologia diagnostica ed interventistica del Centro HHT dell’Ospedale maggiore di Crema, dottori Fiini, Gandolfi e Spinazzola hanno illustrato le novità in tema di diagnosi e trattamento. Il dottor Manfredi ha poi riportato i contenuti della riunione internazionale HHT tenutasi in Portogallo nel mese di settembre. Infine la professoressa Buscarini ha presentato quali nuovi farmaci vengono studiati attualmente per la cura della HHT e delle sue complicanze, presentando in particolare quali sono le corrette modalità per valutare l’efficacia e la sicurezza di tali terapie. I pazienti rari non sono…figli di un dio minore!!meritano quindi come tutti gli altri pazienti che la ricerca sui farmaci loro dedicati sia condottasecondo la metodologia scientifica corretta: ad esempio la conduzione di uno studio randomizzato (cioè quello in cui i pazienti partecipanti vengono sorteggiati per assumere il farmaco testato o una sostanza inerte , definita placebo) è molto impegnativa ma è la migliore metodologia per dare le risposte che i pazienti meritano e i medici attendono. In questo momento sono in studio in particolare le molecole con azione antiangiogenica come ad esempio il VAD044, su cui il Centro HHT di Crema sta conducendo, insieme ad altri 5 centri di altri paesi, uno studio randomizzato.
La 22° Riunione si è conclusa con il consueto forum medici-pazienti, in cui si è cercato di rispondere alle tantissime domande pervenute sia dai presenti che dai numerosissimi collegati online alla Riunione.
E per chiunque si fosse perso la riunione e fosse interessato ad ascoltarla… L’associazione a HHT Onilde Carini la mette a disposizione su YouTube!
14ma Conferenza Internazionale Scientifica HHT
Dal 29 Settembre al 2 Ottobre 2022 si è svolta in Portogallo, a Estoril, la 14ma Conferenza Internazionale Scientifica dedicata all’HHT. E’ un evento molto significativo che raccoglie medici, ricercatori, rappresentanti dei pazienti , direttori farmaceutici … tutti focalizzati sul tema della Sindrome HHT.
Viene fatto il punto dei lavori in corso in tutto il modo sia nel campo della scienza clinica che in quello della ricerca di base. Vengono presentate anche le evidenze e le linee di sviluppo dei farmaci sperimentati.
Colpisce la mole di lavoro e di attenzione che ruota intorno all’HHT. La conferenza ha raccolto quasi 300 persone, sono state presentate 70 relazioni e più di 150 poster che testimoniano l’impegno dei gruppi di lavoro provenienti da tantissimi paesi. La presenza italiana, attraverso i centri di riferimento nazionali, è stata significativa.
Tutto questo impegno ha lo scopo di confermare e consolidare i progressi fatti, di indicare le linee di sviluppo più promettenti, di scambiare esperienze e contatti con l’intento principale di poter meglio comprendere la realtà della sindrome HHT e della sua cura.
Numerose le novità dalla Riunione Internazionale annuale HHT
Nel mondo scientifico non sempre gli studi sono inerenti a nuove conoscenze o ad innovative terapie. In molti casi vi è la necessità di conferme, a volte di smentite o comunque di manovre correttive circa atteggiamenti, convinzioni e modalità di gestione di patologie o protocolli terapeutici. Proprio come è successo quest’anno alla riunione HHT di Estoril, Portogallo: si sono susseguite numerose conferme e buone notizie per tutti i soggetti affetti da HHT. Primo tra tutti l’utilizzo di ferro come integrazione.
Sappiamo che il ferro può essere utilizzato per via orale o endovenosa. Per via orale le indicazioni sono quelle di carenza di ferro circolante in soggetti completamente privi di sintomi, oppure durante il primo trimestre di gravidanza oppure ancora nel secondo trimestre di gravidanza purché l’emoglobina sia superiore a 10 g/dl. Per via endovenosa le indicazioni sono invece:
- qualsiasi condizione in cui l’integrazione per via orale non risulti completamente efficace
- le malattie caratterizzate da uno stato infiammatorio cronico come le malattie infiammatorie intestinali
- la chirurgia bariatrica
- il terzo trimestre di gravidanza oppure il secondo trimestre purché l’emoglobina sia < 10 g/dl.
Gli effetti avversi in seguito all’utilizzo di ferro sono frequenti nel caso dell’integrazione per via orale (fino al 70%), ma fortunatamente di grado lieve, come ad esempio la sensazione di sapore metallico, l’alvo diarroico o stitico, nausea e/o vomito e disturbi intestinali generici. Molto più rari gli eventi avversi in seguito all’assunzione di ferro per via endovenosa in cui si possono verificare dolori articolari, cefalea, sensazione di oppressione toracica, flushing (cioè sensazione di calore intenso e rossore al viso) fino alla rara anafilassi che è una risposta del nostro organismo su base allergica alla somministrazione di farmaco caratterizzata da sensazione di imminente svenimento, tachicardia, abbassamento della pressione arteriosa, mancanza d’aria. Tutti questi avversi eventi avversi sono molto efficacemente e rapidamente trattabili con pronta terapia medica. Ma tutti i “ferri” sono uguali? Dagli studi FIRM e FERWON-NEPHRO & IDA i risultati sono rassicuranti: ogni tipologia di ferro per via endovenosa (ev) ha presentato uguale frequenza di eventi avversi lievi, medio/severi ed uguale efficacia!
Altri studi hanno riguardato la possibilità che l’HHT con carenza di ferro si correli all’insorgenza di trombosi. Questo aspetto è particolarmente curioso dal momento che l’HHT, comportando epistassi ed eventualmente perdita di sangue dal tratto gastroenterico, si associa a bassi valori di ferro e quindi ad anemia cronica. La trombosi in soggetti HHT si correla invece è una condizione opposta, cioè la poliglobulia (condizione caratterizzata dalla presenza di tanti globuli rossi, dovuta alla carenza di ossigeno circolante a causa di malformazioni artero-venose polmonari); la poliglobulia aumenta il rischio di trombosi venosa e di tromboembolia polmonare; ma la trombosi e la carenza di ferro sono aumentate e correlate tra loro nell’HHT? Il meccanismo scientifico che sta alla base di questo dubbio è che nell’HHT si è trovato un aumento del fattore VIII (che è una sostanza in gioco nel meccanismo della coagulazione) e sembra che ciò possa essere correlato alla carenza di ferro tipica della teleangiectasia emorragica ereditaria. Sappiamo che uno dei marcatori dell’embolia polmonare è l’aumentato del D-dimero un parametro ematico misurato routinariamente in qualsiasi Pronto Soccorso nel sospetto clinico di trombosi. Il D-dimero è aumentato nel’HHT specie se con carenza di ferro: quindi la carenza di ferro si correla la tromboembolia polmonare? Dagli studi effettuati sappiamo che la carenza di ferro non è sufficiente a comportare un aumentato rischio per la la tromboembolia polmonare nei soggetti HHT. Una ulteriore rassicurazione!
Altri studi hanno riguardato la fibrillazione atriale che è un’aritmia molto frequente in Occidente e presente anche nei soggetti affetti da HHT, fino a 9,4% dei casi. La fibrillazione, quando dà origine a complicanze, può portare ad ictus, il quale necessita di terapia anticoagulante e questa può peggiorare l’epistassi e le eventuali emorragie gastroenteriche. I maggiori fattori di rischio sono il sesso maschile >65 anni, il sesso femminile > 75 anni, il diabete mellito, precedenti ictus e attacchi ischemici transitori e malattia vascolare severa. Una delle metodiche terapeutiche per prevenire la tromboembolia polmonare nella fibrillazione atriale è la chiusura dell’auricola, una sorta di tasca cardiaca in cui si formano i trombi nella fibrillazione atriale; la chiusura di questa auricola ha evidenziato negli studi eseguiti il fatto che non si verificassero più ictus, specie in pazienti ad elevato rischio vascolare e non si è resa più necessaria la terapia anticoagulante: un bel vantaggio per i soggetti HHT.
Altro capitolo: sappiamo che le malformazioni artero-venose polmonari in HHT sono presenti frequentemente, anche se raramente si complicano con la loro rottura, dando origine a emorragie. È stata considerata una coorte di 2310 pazienti affetti da HHT in cui il 34,7% presentava fistole polmonari.
In questa popolazione i rischi maggiori per la rottura evidenziati sono stati: gravidanza, malformazioni polmonari complesse e arteria afferente voluminosa. Complessivamente le complicanze emorragiche sono state del 2,7% nell’arco dell’intera vita del soggetto HHT e quindi solo dello 0,16%/anno. Quando complicate da rottura, le malformazioni vascolari polmonari si sono manifestate come emottisi (64%) e come emoftoe (36%); più raramente si associavano a versamento ematico nello scavo pleurico (in caso ad esempio di malformazioni particolarmente superficiali).
Sempre dagli studi effettuati sappiamo che la terapia possibile in questi casi si avvale del drenaggio pleurico, in caso di versamento ematico, dell’intervento chirurgico di lobectomia e nella gran parte dei casi dell’embolizzazione transarteriosa. L’embolizzazione è una metodica efficace, ma, e ne abbiamo avuto la conferma dai recenti studi effettuati, che fino al 40% dei casi si può assistere alla formazione di circoli collaterali (che vanificano la procedura stessa): nel 37% dei casi i soggetti sono stati asintomatici, ma in 3/4 dei casi si sono sviluppate emorragie. In media i circoli collaterali si sviluppano sette anni dopo l’embolizzazione, motivo per cui si devono eseguire opportuni controlli radiologici cadenzati, soprattutto in soggetti giovani in cui il rischio della formazione dei circoli collaterali è aumentato.
Altra sede di malformazioni vascolari: il cervello. In uno studio francese sono stati presi in considerazione 1124 pazienti; di questi 565 sono stati valutati radiologicamente per fistole cerebrali: 64 pazienti hanno presentato all’indagine malformazioni vascolari cerebrali (l’11% della popolazione presa in esame); di questi pazienti, 24 sono stati sottoposti a un trattamento terapeutico: 12 (cioè l’1%) per una malformazione vascolare in rottura e altri 12 per malformazione asintomatica. Ebbene, si sono verificate complicanze nei pazienti sintomatici nel 16% dei casi mentre nel 42% in pazienti con formazioni asintomatiche. Questo studio ci rassicura sulla relativamente bassa prevalenza di malformazioni cerebrali nei pazienti HHT e soprattutto sulla bassa frequenza di rottura della malformazione stessa; ci conferma inoltre che sia corretto trattare le malformazioni vascolari sintomatiche, in considerazione delle complicanze possibili.
Ultimo capitolo: la terapia antitrombotica. Questo tipo si terapia si avvale di farmaci anticoagulanti ed antiaggreganti. Le loro indicazioni prevalenti sono: tromboembolia polmonare, fibrillazione atriale ed ictus, con una frequenza (secondo lo studio scoping review) del 56%, 14%, 10%, rispettivamente.
La terapia antitrombotica in questi soggetti ha comportato un aumento dell’epistassi fino al 40% dei casi e nel 24% si è resa necessaria l’interruzione della terapia (per epistassi e sanguinamento gastroenterico). La riduzione del dosaggio di antiaggreganti ed anticoagulanti non ha comportato la riduzione degli eventi avversi: possiamo dedurne che si debba proseguire la terapia con il corretto dosaggio, dal momento che una riduzione non aiuta il paziente, ma potrebbe invece essere solo meno efficace! Gli eventi avversi sono stati nel 63% dei casi epistassi e nel 37% emorragie del tratto gastroenterico; è interessante notare che nonostante una terapia antitrombotica eseguita correttamente l’insorgenza della tromboembolia polmonare in paziente HHT è stata pari al 18%, per cui la terapia antitrombotica previene ma non azzera il rischio di embolia polmonare. In tutti i soggetti studiati la somministrazione endovenosa di ferro (21%) e le emotrasfusioni (37%) hanno avuto ottimi risultati nel correggere l’anemizzazione.
VASCERN days, Parigi 6-7 ottobre 2022
Come ogni anno si è tenuto a Parigi l’incontro della rete dei centri appartenenti a VASCERN cioè i centri di riferimento europei dedicati ai disordini rari vascolari di cui i 7 centri europei HHT fanno parte. Eravamo quasi 100 quest’anno! È sempre un’occasione molto interessante per lavorare su punti di forza e di criticità dell’attività di assistenza alle malattie rare, e per confrontarsi tra medici e rappresentanti delle associazioni di pazienti. Ogni gruppo di lavoro ha riportato i risultati raggiunti, vale a dire affronto comune di casi clinici complessi, preparazione e revisione di linee guida e documenti di posizione che rappresentano un punto di riferimento per tutti i medici. All’interno del gruppo di lavoro HHT è nato a Parigi il progetto di incontri europei annuali basati sui migliori dati disponibili, perché i direttori dei Centri HHT ritengono indispensabile assistere le decisioni sui pazienti con malattia rara con dati solidi, secondo i principi della medicina basata sull’evidenza. Keepgoing con VASCERN-HHT!
Continua l’iniziativa per aiutare i pazienti HHT che si rivolgono al Centro di Riferimento HHT di Crema a non perdersi tra burocrazia, liste d’attesa e dubbi…
Il diffondersi dell’utilizzo del web, l’avvento degli ERN, la maggiore consapevolezza del problema malattie rare, hanno moltiplicato la domanda di assistenza specifica ed esperta alle condizioni rare. Purtroppo, contemporaneamente, i tagli lineari all’assistenza sanitaria hanno ridotto la capacità dei centri specializzati di far fronte alle crescenti esigenze dei malati rari, minando anche la possibilità di trasmissione intergenerazionale di esperienza specifica. Anche il Centro di Riferimento per HHT dell’Ospedale Maggiore di Crema (Health Care Provider dell’ERN, VASCERN) sta sempre più fronteggiando queste criticità, ulteriormente aggravate dalla presente pandemia Covid; per tale motivo è stato pensato un percorso che possa facilitare la presa in carico delle necessità dei pazienti con HHT.
Per questi motivi proponiamo il percorso Pollicino che prevede:
- un indirizzo di posta elettronica dedicato hht@asst-crema.it
- un numero telefonico dedicato 0373-280942 al quale, esclusivamente nella fascia oraria dalle 15:30 alle 16:00, nei giorni dal Lunedì al Venerdì;
La persona designata risponderà su quesiti NON urgenti riguardanti
primo accesso: modalità di effettuazione esami, tempistica, prenotazione, scorrimento della lista d’attesa
controlli di sorveglianza: prenotare, che cosa è necessario fare/portare in visione al momento del controllo piani terapeutici da rinnovare
informazioni non urgenti relative a esami medici che devono effettuare, interventi chirurgici, terapie particolari, certificazioni sportive, di invalidità o inidoneità alle mansioni; queste ed altre necessità non urgenti richiedono appuntamento dedicato con i medici che deve essere fissato.
Chi deve fare la vaccinazione antinfluenzale ?
Dott. Andrea Giacomelli
L’influenza è una malattia respiratoria provocata da virus (virus influenzali) che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni).
È una malattia generalmente sottovalutata, se si considerano gli 8000 decessi che si verificano ogni anno solo in Italia per l’influenza o per le sue complicazioni. Per non parlare delle storiche pandemie quali la Spagnola del 1918 (stimati Da 50 a 100 milioni di morti), l’asiatica del 1957, la Hong Kong del 1968.
I sintomi dell’influenza sono simili a quelli provocati da altri virus (Adenovirus, Rhinovirus, Coronavirus etc.) che circolano nello stesso periodo, in Italia solitamente in autunno-inverno, e includono tipicamente, dopo alcuni giorni di incubazione (da 1 a 5) l’insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni includono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma alcuni soggetti – quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con patologie croniche -, sono a maggior rischio di complicanze più gravi.
Le complicanze dell’influenza vanno dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini). Tuttavia, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane che non rientrano in alcuna delle categorie sopra citate.
L’influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera:
- diretta (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata)
- indiretta (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici)
MISURE PREVENTIVE
Con le premesse di cui sopra, è evidente che anche per l’influenza la migliore cura è la prevenzione, dato che i farmaci antivirali specifici hanno un’efficacia relativa e trovano un impiego molto limitato.
Ci sono alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione delle malattie infettive, in particolare di quelle che si trasmettono per via aerea come l’influenza:
- evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa;
- lavare spesso le mani con acqua e sapone, in particolare dopo avere tossito e starnutito, o dopo avere frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili, possibile usare in alternativa soluzioni detergenti a base di alcol;
- coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta) quando si tossisce e starnutisce e gettare immediatamente il fazzoletto usato nella spazzatura o nella biancheria da lavare;
- evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate; i germi, e non soltanto quelli dell’influenza, si diffondono in questo modo;
- rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi e di recarvi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone, nonché ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus;
- le mascherine chirurgiche indossate da persone con sintomatologia influenzale possono ridurre le infezioni tra i contatti stretti.
Ma l’azione preventiva più efficace è data dalla vaccinazione antinfluenzale.
CAMPAGNE VACCINALI
Il vaccino influenzale, che deve essere somministrato ogni anno, ha una composizione diversa a seconda della variante del virus prevalente in quell’anno.
La risposta immunitaria alla vaccinazione impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente, per cui le campagne di vaccinazione antinfluenzale, predisposte dal ministero della salute, partono dall’inizio di ottobre e coprono tutta la stagione influenzale.
INDICAZIONI
Il vaccino è raccomandato e offerto gratuitamente ai soggetti a maggior rischio di complicazioni e ad alcune categorie di lavoratori, che potrebbero contribuire a diffondere l’infezione ai più fragili.
Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all’influenza
Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo “postpartum”. Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, quali le malattie croniche dell’apparato respiratorio e cardio-circolatorio, diabete mellito, insufficienza renale/surrenalica cronica, malattie del sangue, tumori e trattamenti oncologici, epatopatie croniche, immunodepressione, anziani, ecc.
Categorie di persone addette a servizi pubblici di primario interesse collettivo:
- Medici e personale sanitario di assistenza
- Forze di polizia Vigili del fuoco
- Altre categorie socialmente utili che potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa;
- Personale che lavorano a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani
- Addetti all’attività di allevamento
- Addetti al trasporto di animali vivi
- Macellatori e vaccinatori
- Veterinari pubblici e libero-professionisti
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:
- Lattanti al di sotto dei sei mesi
- Soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose. Le persone con storia di anafilassi devono essere inviate a consulenza allergologica in struttura specializzata.
- Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.
I vaccini antiinfluenzali sono di due tipi:
- i vaccini inattivati, che contengono il virus ucciso o parti di questo e non possono causare alcuna malattia.
- i vaccini a base di virus vivente (non usati in Italia), che contengono l’elemento virale attenuato, per cui non è in grado di causare la malattia.
In entrambi i casi, la somministrazione del vaccino può causare lievi effetti collaterali caratterizzati da una sintomatologia simile a quella dell’influenza, ma molto meno marcata.
Alla vaccinazione antinfluenzale possono essere associati alcuni effetti indesiderati, comunemente reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di iniezione e, meno spesso, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa.
Questi sintomi generalmente sono modesti e non richiedono cure mediche, risolvendosi con trattamenti sintomatici (antipiretici, analgesici) nel giro di un paio di giorni. Febbre, dolori e mal di testa possono manifestarsi più frequentemente nei bambini e ragazzi rispetto alle persone anziane.
Raramente i vaccini antinfluenzali, in particolare quelli inattivati, possono causare reazioni allergiche dovute ad ipersensibilità nei confronti di determinati componenti del vaccino.
https://www.salute.gov.it/portale/influenza/dettaglioFaqInfluenza.jsp?lingua=italiano&id=103